Nel secondo dopoguerra, l’Emilia-Romagna è stata spesso teatro di atti di violenza politica e di attacchi terroristici: sebbene più volte sconvolta da omicidi per finalità ideologiche, e pur vantando un macabro primato in materia di vittime civili da strage (oltre 200 morti), la Regione ha tuttavia saputo trovare nella sua peculiarità sociopolitica e culturale (il cosiddetto “modello emiliano”) le risorse per arginare e contrastare l’istinto d’emulazione, il panico ed il nichilismo che atti di tale radicalità inevitabilmente tendono a ingenerare.
È proprio dalla constatazione di questa funzione di diga civile nei confronti dell’estremismo armato e dinamitardo, che nasce un portale di didattica e di divulgazione, nel quale si interconnettono schede informative, documenti, materiali multimediali, testimonianze, linee-guida, archivi digitali, laboratori e percorsi al fine di costruire un tessuto connettivo fra ricostruzione storica, preservazione della memoria, partecipazione etica alla vita democratica e valorizzazione di modelli virtuosi.