L'Emilia-Romagna di fronte alla violenza politica e al terrorismo:
storia, didattica, memoria

INCONTRO CON FABRIZIO GIFUNI

INCONTRO CON FABRIZIO GIFUNI

Domenica 16 gennaio 2022, alle ore 17:30

Presso il foyer del Teatro “Alessandro Bonci” di Cesena

Il Direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì-Cesena, Domenico Guzzo, dialoga con Fabrizio Gifuni a proposito del suo spettacolo:

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L’ingresso è gratuito, ma con obbligo di prenotazione, di green pass rafforzato e di mascherina ffp2.

A quanti parteciperanno all’incontro iscrivendosi tramite email al nostro Istituto storico, grazie a un accordo con ERT e il Teatro Bonci, è offerta l’oppurtunità di acquistare un biglietto per la rappresentazione delle ore 21:00 di quella stessa sera al prezzo di euro 8.00 (nell’email specificare nome, cognome, telefono, e se si desidera partecipare solo all’incontro o all’incontro e alla prenotazione del biglietto a prezzo convenzionato).        
In allegato la locandina dell'evento.

Sinossi:
Fabrizio Gifuni evoca il corpo di Moro, uno spettro che ancora oggi occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole sulla carta, appunta a mano, su fogli di block-notes forniti dai suoi carcerieri: lettere scritte e recapitate e lettere censurate dai brigatisti, si rivolge ai famigliari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie.
E insieme alle lettere, nella sua “prigione del popolo”, compone un lungo testo politico, storico, personale: il cosiddetto Memoriale, con le risposte e le considerazioni alle domande poste dai rapitori.
Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro e raccontano tutti i 55 giorni della sua prigionia. Si tratta di un fiume di parole inarrestabile, che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Ma a distanza di quaranta anni, attorno a queste carte regna ancora un silenzio assordante. Soltanto alcuni storici non smettono di studiarle; insieme a loro pochi giornalisti e alcuni appassionati del caso Moro hanno cercato lì dentro la filigrana della più grande crisi della Repubblica.