L'Emilia-Romagna di fronte alla violenza politica e al terrorismo:
storia, didattica, memoria

La reazione popolare alle stragi di Piazza della Loggia e del treno Italicus (1974)

La reazione popolare alle stragi di Piazza della Loggia e del treno Italicus (1974)

La tensione antifascista che tiene mobilitata la società del territorio forlivese sin dalla fine degli anni ’60, si acutizza improvvisamente nel 1974, quando una lunga scia di attentati più o meno dimostrativi contro la rete ferroviaria del Centro Italia, fa da macabro preludio alla realizzazione ravvicinata di due gravi stragi dinamitarde: la prima in piazza della Loggia a Brescia (28 maggio) provoca 8 morti, la seconda determina 12 vittime sul treno Italicus Roma-Brennero nella notte del 4 agosto.

Le manifestazioni che vengono predisposte in città e nella provincia esprimono con pienezza i sentimenti di sdegno, cordoglio, pietà e fiera resistenza ingenerati da atti così gravi e vili: in particolare, ciò che colpisce l'opinione pubblica forlivese, è la constatazione che ad essere attaccato a Brescia è stato per l’appunto il locale comitato unitario antifascista, la cui ragion d’essere è perfettamente omologa a quella degli organismi sorti in Romagna.

In merito alla strage del treno Italicus, poi, l'angoscia ed il dolore di Forlì sono amplificati dal dovere annoverare fra le vittime un proprio concittadino, Silver Sirotti, perito eroicamente nel tentativo di dar soccorso a coloro che erano rimasti intrappolati nel rogo susseguente allo scoppio della bomba.