Anche a Forlì, come in gran parte del Paese, si diffonde un forte sentimento popolare di ripulsa contro gli attentati dinamitardi e le manovre cospirative che caratterizzano l'avvio della strategia della tensione in Italia. Dall'indomani della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969), la società civile forlivese si mobilita per testimoniare la propria adesione ai valori costituzionali ed alla convivenza democratica. Il forte legame che rapidamente emerge fra le azioni eversive, gli apparati dell’atlantismo oltranzista e il frastagliato mondo del radicalismo nero, porta il movimento cittadino ad identificare la propria professione civica attraverso parole d’ordine antifasciste e libertarie.
Su tali basi, fra il 1970 e il 1971, si formano nella provincia di Forlì i comitati unitari antifascisti, organismi popolari che riuniscono tutte le forze sociopolitiche che si richiamano allo spirito dell’arco costituzionale e che si oppongono ad una deriva illiberale ed autoritaria della dinamica nazionale: vere e proprie cinghie di trasmissione dell’azione collettiva promossa dai corpi intermedi (su tutti, i sindacati), i comitati incarnano una forma di auto-difesa di quel virtuoso modello di amministrazione locale – basato sul dialogo consociativo fra le varie anime sociali e sulla costruzione di un welfare diffuso - che caratterizzava l’intera Regione.
Pertanto lungo la prima metà degli anni ’70, la società civile del comprensorio forlivese si adoperò per impedire ogni contaminazione del tessuto comunitario -ad opera di messaggi, istanze ed azioni eversive e militariste - promuovendo incontri, convegni, cortei, manifestazioni, picchetti e ronde di vigilanza legalitaria.
- In seguito all’uccisione, il 4 febbraio 1971, a Catanzaro, dell’operaio antifascista Giuseppe Malacaria e il ferimento di altre 14 persone con il lancio di quattro bombe a mano da parte di estremisti “neri”, la città di Forlì si mobilita. Il mattino del 5 febbraio gli studenti di Forlì scendono in sciopero e manifestano per le vie cittadine, nel pomeriggio si mobilitano i lavoratori (Minisci)
- Grandi manifestazioni contro il terrorismo e le “trame nere” nella giornata del 13 febbraio 1971 a Forlì come a Rimini, Cesena, Cesenatico e in altri comuni della provincia. (CGIL Forlì)
- Altre grandi e partecipate manifestazioni antifasciste si tennero a Forlì nel marzo 1971 (CGIL Forlì)
- Forlì, marzo 1971, corteo popolare contro il fascismo (Minisci)
- Cimitero di Predappio, aprile 1971. Intorno alla ricorrenza del 25 aprile (Festa della Liberazione dal nazifascismo) sale la tensione a Forlì e Predappio. L’annunciato arrivo, nella città natale del Duce, di oltre duecento pullman e migliaia di persone nella giornata del 28 aprile (ricorrenza della uccisione per mano partigiana di Mussolini) mobilita i comitati antifascisti che predispongono presidi e invitano i cittadini alla vigilanza e alla mobilitazione antifascista.
- Forlì, dicembre 1972. Manifestazione studentesca nell’anniversario della strage di Piazza Fontana. (Amadori)
- 18 marzo 1973, salone comunale di Forlì, Convegno provinciale delle forze democratiche e antifasciste. È lanciata una petizione popolare contro il fascismo e chiesta l’istituzione di una “commissione parlamentare d’inchiesta sui responsabili, promotori, fiancheggiatori e finanziatori della riorganizzazione di movimenti e partiti che si richiamano al fascismo” e per promuovere lo scioglimento di tutte le organizzazioni paramilitari fasciste. Petizione sottoscritta da decine di migliaia di cittadini.