L'Emilia-Romagna di fronte alla violenza politica e al terrorismo:
storia, didattica, memoria

1986

 

06.02.1986

Bologna. Dopo sessantasette ore di Camera di Consiglio, i giudici della Corte d'Assise d'Appello emettono la sentenza contro il gruppo dei "neri" accusati dell'omidicio del giudice Mario Amato. Ergastolo confermato per Valeria Fioravanti, Francesca Mambro e Gilberto Cavallini; confermata anche l'assoluzione per insufficienza di prove nei confronti di Stefano Soderini. Assolto invece, con formula dubitativa, Paolo Signorelli, l'ideologo dei gruppi neofascisti che in prima istanza era stato condannato all'ergastolo. E' la seconda volta che Signorelli esce "pulito" da una sentenza d'Appello, dopo quella per l'omicidio Leandri.

 

15.04.1986

Bologna. Blitz anti-Autonomia. I carabinieri arrestano sei esponenti del "Coordinamento proletario territoriale", su mandato di cattura, per associazione sovversiva, del giudice istruttore di Venezia Carlo Mastelloni.

 

10.11.1986

Bologna. Inizia il processo d'Appello per la strage dell'Italicus del 4 agosto 1974 (dodici morti e quarantotto feriti), contro i cinque imputati che furono assolti il 20 luglio 1983 in primo grado: Mario Tuti, Piero Malentacchi, Luciano Franci (i tre della "cellula nera" toscana), Margherita Luddi, Francesco Sarò.

 

18.12.1986

Bologna. La Corte d'Assise d'Appello emette la sentenza per la strage dell'ltalicus, condannando all'ergastolo Mario Tuti e Luciano Franci, che in primo grado erano stati assolti per insufficienza di prove: "La strage fu opera di un'organizzazione d'estrema destra, verosimilmente di area ordinovista, legata ad ambienti golpisti. Vi furono delle riunioni preparatorie in cui si indicarono come obiettivi preferenziali le linee ferroviarie e i treni. Ad alcune di queste riunioni partecipò Mario Turi, che all'epoca capeggiava un piccolo gruppo di ordinovisti aretini già dotato di armi ed esplosivi". In quasi cinquecento pagine, il giudice Matteo Mazziotti ripercorre i fatti, e spiega il perché del "cambiamento" rispetto alla sentenza di primo grado. Citando alcuni pentiti neri il giudice afferma che "gli attentati erano destinati a provocare un generale sommovimento. Erano tutti in funzione di un colpo di Stato previsto per la primavera estate del 1974". La sentenza esprime un duro giudizio anche sui "servizi segreti che hanno avuto pericolose deviazioni ... e che i capi dei servizi si siano a loro volta legati ad ambienti massonici non alieni da tentazioni eversive, sono ormai dati ampiamente acquisiti e storicamente sicuri". Se però si passa dal piano storico a quello giudiziario, dice la sentenza, “deve riconoscersi che non vi sono elementi per ascrivere ai servizi segreti un intervento diretto o indiretto nella preparazione e nell'esecuzione della strage”.