L'Emilia-Romagna di fronte alla violenza politica e al terrorismo:
storia, didattica, memoria

1985

 

19.04.1985

Bologna. Il generale Pietro Musumeci e il colonnello Giuseppe Belmonte (i due ufficiali del SISMI, il servizio informazioni militari) ricevono una comunicazione giudiziaria per concorso nella strage del  2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Il provvedimento è emesso dall 'Ufficio Istruzione del Tribunale di Bologna ed è stato notificato ai due in carcere, proprio alla vigilia del processo di cui sono imputati per calunnia pluriaggravata. L'inchiesta che ha portato alla comunicazione giudiziaria prese l'avvio nel gennaio 1981 dopo il ritrovamento a bordo dell'espresso Taranto-Milano di una valigetta con anni, esplosivi, giornali in lingua tedesca e biglietti aerei. La valigetta era stata segnalata proprio dal SISMI e venne intercettata dalla polizia. Secondo il rapporto che ne avevano fatto i servizi segreti, quelle armi e soprattutto quell'esplosivo provenivano dal gruppetto dell'ultradestra responsabile della strage di Bologna. Si scoprirà poi che la cosiddetta "pista della valigetta" era solo un tentativo di depistaggio, per “pilotare” l'inchiesta; e di qui l'incriminazione, l'arresto e il processo contro Musumeci, Belmonte e Pazienza.

 

20.11.1985

Bologna. Inizia il processo d'Appello per l'uccisione del giudice Mario Amato avvenuta a Roma il 23 giugno '80.

 

11.12.1985

Bologna. Nel quadro dell'inchiesta per la strage di Bologna (vedi 02.08.1980), i magistrati emettono mandati di cattura contro Gelli, Pazienza e Musumeci; ciò in virtù di una presunta collusione dei tre con l'eversione di destra.